In fondo non è infrequente che tra uggiose narcolessie cantautorali e malinconici paesaggi ambientali sussista una comune empatia, quando non anche di sonorità. Eppure, non manca di destare una certa sorpresa vedere un artista transitare con nonchalance dall'uno all'altro ambito, in questo caso abbandonando momentaneamente l’ambizioso progetto slow-core minimale Lullabier per dedicarsi a brevi derive ambientali, semplicemente disegnate da riverberi di basso e chitarra.
Tali sono le premesse sottostanti Firetail, afasica incarnazione di Andrea Vascellari che, deposto il pathos di scarne note acustiche e testi cantati quasi sottovoce, si lancia in un quarto d’ora di caldi flussi ambientali. “Learning To Cheat” è infatti un breve singolo digitale, ripartito in due tracce di durata quasi eguale: la prima, “End = Beginning”, segue un placido crescendo di suggestioni vaporose, che omaggiano gli Hammock o il Jon DeRosa del primo periodo di Aarktica, mentre la seconda, “Floating Around”, presenta una grana sonora più concreta, brulicante di stille moderatamente rumoriste ma pur sempre aperta a una coinvolgente epica emozionale.
Benché l’operazione non sia, appunto, inedita, le prime due tracce firmate Firetail rivelano in maniera piacevole un’altra faccia, non meno apprezzabile, di un artista che finora si era fatto conoscere in una veste almeno superficialmente diversa.
Tali sono le premesse sottostanti Firetail, afasica incarnazione di Andrea Vascellari che, deposto il pathos di scarne note acustiche e testi cantati quasi sottovoce, si lancia in un quarto d’ora di caldi flussi ambientali. “Learning To Cheat” è infatti un breve singolo digitale, ripartito in due tracce di durata quasi eguale: la prima, “End = Beginning”, segue un placido crescendo di suggestioni vaporose, che omaggiano gli Hammock o il Jon DeRosa del primo periodo di Aarktica, mentre la seconda, “Floating Around”, presenta una grana sonora più concreta, brulicante di stille moderatamente rumoriste ma pur sempre aperta a una coinvolgente epica emozionale.
Benché l’operazione non sia, appunto, inedita, le prime due tracce firmate Firetail rivelano in maniera piacevole un’altra faccia, non meno apprezzabile, di un artista che finora si era fatto conoscere in una veste almeno superficialmente diversa.